Storie Indigene

Loredana Amenta. Luce al femminile. Il colore spalmato sulla lastra di ferro va a riempire i segni tracciati dalla mano dell’artista. Le lastre vengono così preparate per la stampa. Una per volta. La precisione delle azioni e dei tempi sono essenziali. Stampa dopo stampa, i segni si intersecano e, grazie alle loro diverse profondità, realizzano l’immagine di un pensiero. La religiosità di un lavoro manuale antico, morsura dopo morsura, svela a poco a poco, in modo sorprendente. È ciò che ha scelto di fare Loredana Amenta: aprire una stamperia d’arte e lavorare come i maestri del ‘400 e del ’500, in piena era del digitale, dei pixel e della stampa a laser. E gli artisti si affidano a lei, che ogni volta riesce a dare una luce nuova e inaspettata alle loro creazioni.     Nel suo atelier, tra le tante opere, si possono ammirare anche

Alessandro Florio, artista siciliano, autentico. Taormina, ottobre 2021. È una mattina dal tepore autunnale, sul Corso Umberto si respira come sempre un’aria vacanziera. Un caffè veloce, e imbocchiamo la via che costeggia la chiesa di Santa Caterina e il piccolo teatro romano. A pochi passi da lì, l’artista e tatuatore Alessandro Florio ci aspetta nel suo laboratorio. “É solo un luogo temporaneo”, dice mentre fa strada al suo interno, ma la musica di una chitarra messicana dai toni tranquilli e dilatati ce lo fa sentire già perfetto. Ed è così. Il sole illumina la stanza che ospita i suoi quadri attraverso una grande vetrata e le immagini balzano fuori dalle tele per condurre, con la semplicità delle loro forme e l’intensità dei colori, in un “altrove” in cui suggestioni antiche siciliane si mescolano alla memoria indigena dell’artista. È parte del paesaggio interiore

Enrico Russino, un Indigeno DOC. Da anni Enrico Russino parla di piante autoctone e di ecotipi a turisti e visitatori creando anche un nuovo concept per l’azienda di famiglia “Gli Aromi”, a Scicli, di cui è l’anima, anzi, come ama definirsi lui, la testa d’ariete. Lo incontriamo in azienda, ci accoglie con un sorriso caloroso che sprizza vitalità. E inizia a raccontarci di sé, della sua crescita personale e di come nel tempo, partendo dalla produzione di erbe officinali e aromatiche sia riuscito a creare una realtà unica oggi considerata una meta turistica esperienziale di grande importanza. Ha la disinvoltura di uno showman che sa anche prendersi un po’ in giro e divaga volentieri con aneddoti e confidenze spassionate che mettono allegria. Sembra essere stato sempre così, invece sottolinea che da bambino era molto diverso. - Ero timido, introverso, mi prendevano in giro

Salvatore Rodolico, un Indigeno d’eccezione Amaro Indigeno non è un semplice amaro, è anche il distillato di un’idea, di un modo di essere. Essere indigeni, vivere su un’isola, lasciarsi guidare dalla sua natura, dalla fascinazione dei luoghi e della storia che essa racconta. Un’idea forte, ben incarnata da certi “Indigeni d’eccezione” che abbiamo conosciuto. Inauguriamo la nostra galleria di indigeni speciali con Salvatore Rodolico, 84 anni, "mastro d’ascia" dichiarato tesoro umano vivente e inserito nel registro delle Eredità Immateriali della Regione Sicilia. Lo abbiamo incontrato ad Acitrezza, luogo che profuma di mitologia e di letteratura, e ci ha raccontato di sé. Del sogno che è riuscito a realizzare, dell’impegno profuso nel lavoro e dell’orgoglio di essere siciliano e rappresentante di un’arte quasi estinta in cui antichi mestieri e ingegneria navale si fondono dando vita a imbarcazioni perfette, di grande bellezza. - Noi Rodolico di